The Monk
“The Monk” è un concerto dedicato al grande pianista e compositore Thelonious Monk. Nasce dall’incontro creativo della cantante Giulia Lorenzoni e del pianista Tobias Nicoletti, che insieme scrivono il copione e arrangiano i brani.
Il concerto ha una durata di circa 60 minuti ed è un’alternanza di brevi monologhi recitati e brani di Thelonious Monk.
Il concept ha l’obiettivo di far conoscere Thelonious Monk e la sua musica al pubblico di oggi in una chiave introspettiva.
Il 16 Novembre c’è stato il debutto dello spettacolo al Loa District. In questa occasione è stato registrato il disco live con il pubblico dal titolo “The Monk” disponibile su tutti gli store digitali.
Lo spettacolo trae spunto dal libro “Mr Thelonious Monk” di Giulia Lorenzoni.
La stesura del libro “The Monk” ha richiesto anni di studi approfonditi attingendo a fonti esclusive sotto la guida dello storico del jazz Adriano Mazzoletti.
Ho incontrato personalmente Thelonious Monk solo una volta e quando Giulia Lorenzoni mi ha fatto leggere questa straordinaria “autobiografia” di uno dei più geniali musicisti che il jazz ha avuto mi è ritornato alla mente quell’incontro. Era il 1961, Monk era in tournèe in Italia con il suo quartetto che comprendeva Charlie Rouse, Johnny Ore e Frankie Dunlop dividendo il palco con un trio, altrettanto straordinario, quello di Bud Powell con Art Taylor e il francese Jacques Hess. Dopo aver suonato a Milano il 21 aprile, a Bologna il 22, i due maggiori pianisti del dopoguerra giunsero il 23 a Roma. Quella breve tournée fu un evento storico, non solo per la possibilità unica di ascoltarli nello stesso concerto, ma perchè si sapeva che un simile evento non si sarebbe mai più ripetuto, anche in considerazione del non facile carattere dei due personaggi, Dopo il concerto tutti si recarono allo Shaker l’unico locale di Roma dedicato al jazz. Chi rimase più a lungo fu Monk. Mi ero preso la responsabilità di accompagnarlo con la mia auto, nella speranza di poter parlare con lui. Avevo una infinità di cose da chiedergli, Nelle oltre due ore che rimanemmo seduti, uno accanto all’altro, su un divanetto, Monk non proferì parola malgrado i miei inutili tentativi. Non proferì parola rimanendo quasi immobile e bevendo solo qualche bibita analcolica. Verso le due del mattino, capii, da un suo sguardo, che voleva rientrare in albergo, Nella hall dell’Hotel, al momento di salutarci, finalmente parlò. Mi ringraziò calorosamente – e appariva assolutamente sincero – per la magnifica serata che gli avevo fatto trascorrere!
Sicuramente altri hanno avuto maggiore fortuna e alcune dichiarazioni che Monk ha rilasciato nel corso della sua intensa, ma non lunga vita, morì infatti a soli 64 anni nel 1982, sono riportate in riviste specializzate e in varie biografie. Quando Giulia Lorenzoni, che ho avuto la fortuna di avere come allieva ai corsi di “Storia sociale del Jazz”, mi disse che avrebbe voluto scrivere una biografia di Monk, la cui ammirazione per questo genio appare in grande evidenza in questo suo lavoro, la dissuasi perché di biografie di Thelonious Monk ne sono state scritte diverse, da quella di Robert Kelley alle altre di Laurent de Weille, Yves Duin, Jacques Ponzio e François Postif. Le suggerii perciò di pensare ad una “autobiografia” ovviamemte “non autorizzata” e Giulia ha accettato la sfida certamente non facile. Bene, Giulia Lorenzoni, giovane musicista, attrice di grandi capacità si è rivelata anche scrittrice di notevole talento. E’ riuscita a far parlare Monk, senza averlo conosciuto, quando io, che lo avuto a fianco per oltre due ore, non vi ero riuscito. La storia della sua vita che Monk ha “raccontato” a Giulia Lorenzoni si legge con grande soddisfazione in questo libro.
Adriano Mazzoletti